Il design dell’ufficio è in continua trasformazione. Anche i luoghi di lavoro, del resto, cambiano e tengono conto dei progressi tecnologici. Si tratta di una vera e propria rivoluzione, che mira a offrire ambienti più sicuri, confortevoli, esteticamente gradevoli e funzionali. Rispetto al passato, sono subentrati nuovi bisogni da fronteggiare e, di conseguenza, sono necessarie sempre più risorse. Quali sono i momenti chiave dell’evoluzione arredamento ufficio?
Non è cambiato soltanto il modo di organizzare lo spazio a livello pratico. L’esigenza di creare ambienti di lavoro piacevoli e versatili ha richiesto l’introduzione di nuovi complementi d’arredo, ad esempio scrivanie con varie conformazioni, sedute ergonomiche e altre postazioni, in grado di semplificare la suddivisione dei compiti degli impiegati.
Ma per comprendere a pieno questa trasformazione, è necessario fare un salto nel passato per vedere come, effettivamente, si sia evoluto il design degli uffici.
Anni ’50 ed evoluzione dell’arredo: la nascita dell’ufficio open space
La progettazione degli spazi lavorativi, nel senso moderno del termine, è iniziata negli anni ’50 del 1900. Lo scopo era quello di incrementare il rendimento aziendale, favorendo l’organizzazione a “catena di montaggio”. Gli uffici di quel tempo erano spazi indipendenti dall’ambiente esterno, in cui i lavoratori potevano compiere velocemente tutte le mansioni assegnate.
Si trattava di uffici open space, caratterizzati da ampie metrature e non suddivisi da muri, eventualmente da grandi scaffalature o librerie che arrivavano fino al soffitto. Le barriere tra i dipendenti erano assenti e le stanze erano arredate con lunghe scrivanie, proprio per favorire il confronto e l’interscambio di idee.
Anni ’80, i cubicoli, la produzione snella e l’avvento della tecnologia
Gli anni ’80 hanno visto l’introduzione dei primi personal computer. La tendenza del periodo era quella di concentrare più persone nel medesimo spazio e ciò ha portato alla nascita dei cubicoli, dei piccoli locali suddivisi da pareti. L’obiettivo era quello di raggiungere la massima produttività nel minor tempo possibile.
Non era più necessario il confronto diretto tra gli impiegati: potevano facilmente comunicare via fax o telefono, senza incontrarsi di persona. Quanto agli arredamenti, si caratterizzavano per la praticità ed erano posizionati in ottica di ottimizzazione degli spazi. Le linee erano sobrie e pulite, le scrivanie operative, includevano diversi cassetti ed erano presenti librerie modulari salva-spazio.
Anni ’90: torna l’organizzazione aperta e nasce il telelavoro
Gli anni ’90 vedono il ritorno degli ambienti open space, volti a favorire la collaborazione tra colleghi. Le scrivanie sono operative, condivise e caratterizzate da linee semplici. Non solo, con la nascita del world wide web, dei primi cellulari e dei computer portatili è iniziato il telelavoro, seppur in forma embrionale.
Dagli anni 2000 ad oggi: flessibilità e dinamicità
Negli uffici moderni, grazie alla tecnologia e alla digitalizzazione, si fruisce dei servizi in modo diverso. La possibilità di utilizzare gli strumenti di lavoro anche al di fuori dell’ufficio ha favorito la nascita di attività più dinamiche e di ambienti più efficienti.
Nel nuovo Secolo sono comparsi i primi spazi dedicati al coworking, dove i muri ingombranti sono stati sostituiti da pareti divisorie sottili e trasparenti. Gli uffici sono caratterizzati da scrivanie operative, spesso personalizzabili, e da sedie ergonomiche, in grado di preservare la salute dei dipendenti. Gli spazi sono dinamici e flessibili, e danno la possibilità ai colleghi di confrontarsi e collaborare.
L’unico locale separato, infine, è quello destinato ai ruoli dirigenziali. Comprende scrivanie direzionali, più ampie e accessoriate, tavoli sala riunione in cui svolgere assemblee e meeting coi clienti, ed altri elementi decorativi per rendere l’ambiente più piacevole e accogliente.