Dal 1° settembre 2025 il divieto cellulari a scuola è diventato una regola chiara e nazionale: la Disposizione Ministeriale Prot. n. 3392 del 16/06/2025, firmata dal ministro Giuseppe Valditara, estende il bando d’uso degli smartphone anche alle scuole secondarie di secondo grado, per tutto l’orario scolastico. Le eccezioni sono limitate e tracciate: strumenti compensativi per studenti con disabilità/DSA (previsti in PEI o PDP) e specifiche attività didattiche autorizzate dal docente.
All’inizio dell’anno, molti istituti hanno aggiornato regolamenti e circolari interne per rendere applicabile la norma, indicando modalità operative, responsabilità e sanzioni graduate in caso di violazione. In questo scenario, soluzioni organizzative come armadi porta cellulari e armadietti porta smartphone aiutano a trasformare la regola in una prassi quotidiana semplice e verificabile.
Disposizione 3392 sul divieto dei cellulari a scuola: cosa prevede in sintesi
La Circolare ministeriale n. 3392/2025 vieta l’uso dei telefoni durante l’intera permanenza a scuola (lezioni, intervalli, spostamenti), fatta salva l’autorizzazione per attività didattiche mirate o per necessità certificate. Il dicastero ha inoltre ribadito che le scuole dispongono degli strumenti per far rispettare la norma, senza bisogno di ulteriori atti integrativi. Spetta ora alle singole istituzioni scolastiche aggiornare i regolamenti di istituto e predisporre gli strumenti necessari per il rispetto della normativa.
Perché serve un sistema di deposito all’ingresso
Vietare non basta: serve un processo di deposito rapido e trasparente che riduca al minimo le frizioni con studenti e famiglie e che liberi tempo didattico. Qui si inseriscono gli armadietti porta cellulare, gli armadi porta smartphone di classe/corridoio e le custodie sigillabili: strumenti semplici per trasformare una prescrizione in una routine. Molte scuole, infatti, si sono “organizzate” con soluzioni diverse (pouch sigillati, casse chiuse, cassette numerate), proprio per dare attuazione alla 3392, non senza creare polemiche sulla sicurezza degli smartphone, sul rispetto della privacy, sul loro danneggiamento o smarrimento.
Armadio porta smartphone: come funziona in pratica
Tra gli strumenti idonei al rispetto della normativa sul divieto di cellulari e smartphone nelle scuole, l’armadio porta smartphone è un casellario metallico con vani numerati e chiusure dedicate. Al suono della prima campanella lo studente deposita il dispositivo nel proprio vano e lo riprende solo all’uscita. I vantaggi principali:
- Tracciabilità: ogni vano è assegnato, si riduce il rischio di contestazioni.
- Velocità: il flusso d’ingresso resta scorrevole e non ruba tempo alla didattica.
- Equità: una regola uguale per tutti, coerente con la Disposizione Ministeriale Prot. n. 3392 del 16/06/2025.
Un armadio porta cellulari robusto, con chiusure affidabili e vani ventilati, riduce rischi e controversie, e semplifica vita a bidelli e docenti. In più:
- Ordine e decoro: niente telefoni sui banchi o in tasca; la classe torna ambiente di apprendimento.
- Riduzione distrazioni: più attenzione, migliore clima, meno “micro-interruzioni”.
- Sicurezza: meno movimentazione di dispositivi, meno rischi di furti o cadute accidentali.
La 3392 non impone un modello unico, ma valorizza gli strumenti che rendono misurabile il rispetto della norma. L’armadio/casellario è, ad oggi, la soluzione più scalabile per plessi grandi e complessi.
Alternative adottate dalle scuole sul divieto dei cellulari in classe
Oltre ai casellari, si vedono pouch sigillabili (tipo “busta magnetica” aperta solo con chiave a fine giornata) o depositi centralizzati in aula/segreteria. Sono soluzioni efficaci, ma presentano differenze: le custodie riducono gli acquisti di arredi ma richiedono gestione puntuale delle chiavi; il deposito in aula è comodo ma va regolato per evitare responsabilità diffuse. Alcuni istituti sperimentano perfino custodie “blindate” o sistemi a pagamento, a conferma che il panorama è variegato e in evoluzione.
Regole di gestione: privacy, responsabilità, sanzioni
Per applicare il divieto cellulari a scuola senza attriti è utile:
- Regolamento chiaro: quando e dove depositare, chi vigila, come si recupera il dispositivo in urgenza.
- Informativa privacy: il deposito non implica accesso ai contenuti; la scuola custodisce il bene (non i dati).
- Sanzioni graduate: dal ritiro temporaneo con consegna a fine giornata, fino a misure disciplinari progressive in caso di recidiva, sempre proporzionate e annotate.
Un passaggio chiave, confermato dalle comunicazioni ufficiali, è il coinvolgimento scuola–famiglia: informare bene significa prevenire conflitti e garantire applicazione uniforme della regola.
Il ruolo del dirigente e dei docenti
Ogni istituto scolastico definisce procedure interne (es. riferimento a un docente responsabile per piano, addetto alla custodia, registro dei depositi) e monitora l’andamento nelle prime settimane. Le dichiarazioni del ministro dell’istruzione hanno sottolineato la piena autosufficienza delle scuole nell’attuare la 3392: linee chiare, autonomia organizzativa e fiducia nella professionalità dei team educativi.
Per l’implementazione della normativa sarà necessario:
- Mappate i flussi: individuate i punti di deposito (ingresso, piano, aula) per evitare code.
- Numerare e assegnare: un codice classe–vano limita gli scambi e accelera i controlli.
- Prevedete eccezioni: PEI/PDP e attività autorizzate vanno registrati in modo semplice e riservato.
- Comunicazione continua: guide per famiglie e studenti, con FAQ su recuperi, urgenze, guasti.
Il divieto cellulari a scuola introdotto dalla Disposizione Ministeriale Prot. n. 3392 del 16/06/2025 è chiaro nei principi e flessibile nelle modalità attuative. A fare la differenza sono gli strumenti organizzativi scelti: armadi/casellari porta smartphone o altri strumenti idonei, procedure semplici e una comunicazione efficace con le famiglie. Così la scuola recupera concentrazione, tempo didattico e qualità della relazione educativa, nel pieno rispetto delle eccezioni garantite agli studenti che ne hanno diritto.
Alcune scuole hanno esteso limiti d’uso anche al personale per coerenza educativa; sono decisioni di istituto, nel quadro dell’autonomia scolastica, comunicate tramite circolari interne.